Grammatica o non grammatica… questo è il problema.
C’è un momento, per chiunque studi una lingua, in cui la domanda arriva inevitabile: ma davvero serve imparare la grammatica?
Come per molte cose nella vita, la risposta non è né bianca né nera.
Chi mi conosce lo sa: io non amo gli assoluti.
Preferisco le sfumature, l’esperienza, e soprattutto il buon senso.
Il grande dibattito sulla grammatica
Da una parte c’è chi dice:
“Non puoi costruire nulla senza fondamenta. La grammatica è tutto.”
Dall’altra, chi ribatte:
“La grammatica non serve. L’importante è lo speaking!”
Questa discussione va avanti da sempre: teoria contro pratica, libro di testo contro conversazione reale.
La verità, come quasi sempre, sta nel mezzo.
La mia convinzione di allora
Per anni ho pensato che la grammatica non fosse indispensabile.
Sono americana, cresciuta da un padre perfezionista con un debole per le regole linguistiche, che ama dire: “Non sono politicamente corretto, sono grammaticalmente corretto.”
Eppure, un po’ di quell’atteggiamento tipicamente americano — “va bene così, basta che funzioni” — mi è rimasto addosso, soprattutto quando si trattava di grammatica.
Dicevo ai miei studenti: “Lasciamo stare la grammatica, concentriamoci sul parlare.”
E in effetti, è proprio quello che i miei clienti italiani desideravano: dopo anni di studio ossessivo sui verbi irregolari, molti avevano sviluppato una sorta di trauma grammaticale.
Ogni volta che dovevano parlare, si bloccavano.
Anch’io avevo imparato l’italiano a otto anni senza studiare regole — solo vivendo, ascoltando, sbagliando.
E quindi pensavo che fosse lo stesso per tutti.
In realtà, funziona… fino a un certo punto.
Poi arriva una fase di stallo, e l’apprendimento rallenta.
Quello che non sapevo ancora era quanto l’età influenzi il modo in cui impariamo una lingua.
I bambini imparano a parlare per istinto, e solo più tardi, a scuola, studiano la grammatica.
Gli adulti invece hanno già un linguaggio strutturato nella mente — con regole e schemi propri — e quando iniziano una nuova lingua, non partono da zero: devono tradurre un intero sistema mentale.
È come se avessi giocato a baseball tutta la vita e un giorno decidessi di passare al golf.
Prima di tutto dovrai disimparare alcune cose (per esempio, non esiste lo smart working in inglese), capire le nuove regole, e poi provare ad applicarle — magari mentre cerchi ancora di colpire la pallina senza farla finire nel lago.
Quindi, studiare grammatica sì o no?
Non è obbligatorio.
Ma sì, è utile — soprattutto se abbinato all’apprendimento esperienziale.
La grammatica e la meccanica del linguaggio sono come il processo di tostatura per un toast.
Un panino fatto con pancarré, prosciutto e formaggio è mangiabile anche senza tostarlo, ma quando è dorato e croccante… l’esperienza cambia completamente.
La grammatica aiuta perché:
Dà sicurezza. Quando capisci perché qualcosa funziona, smetti di dubitare di te stesso.
Accelera l’apprendimento. Un po’ di struttura ti permette di progredire più velocemente.
Ciò che non deve fare, invece, è paralizzarti.
Quando le regole diventano il centro del processo, la mente resta bloccata in modalità “pensiero lento” — e la lingua non fluisce più.
Il cervello che pensa e quello che agisce
Abbiamo due sistemi mentali che lavorano insieme:
🧠 Il cervello pensante — lento, analitico, riflessivo.
È quello che usi per calcolare 2343 × 2365.
⚡ Il cervello performante — veloce, istintivo, automatico.
È quello che risponde subito 1 + 1 = 2.
Quando impariamo qualcosa di nuovo, usiamo il cervello lento.
Quando lo padroneggiamo, entra in gioco quello veloce.
Ecco perché non si può imparare ad andare in bicicletta leggendo un manuale sull’equilibrio: a un certo punto bisogna cadere, sentire, e trovare il proprio equilibrio.
Con le lingue è la stessa cosa.
Se passi tutto il tempo a studiare le regole, non svilupperai mai la scioltezza.
Ma se ignori completamente le regole, continuerai a inciampare sugli stessi errori.
La soluzione? Entrambe le cose.
Impara le regole. Poi spezzale con l’esperienza.
La combo perfetta
Se hai più di dieci anni — e soprattutto se ne hai più di diciotto — la grammatica ti aiuterà a capire meglio ciò che ascolti e ciò che dici.
Ma non lasciare che il perfezionismo ti blocchi.
Buttati in conversazioni imperfette, goffe, vere.
Le persone non si soffermano sui tuoi errori: apprezzano il tuo coraggio.
Sii curioso. Fai domande.
Ridi dei tuoi sbagli.
Parla, anche male — ma parla.
È così che il cervello “veloce” inizia a danzare.
Un pensiero finale
Il mio punto di vista nasce da una curiosità infinita e da tanti, tantissimi errori.
Negli anni ho studiato scienze della comunicazione, letto linguisti come Steven Pinker, ascoltato podcast di psicologia cognitiva, seguito corsi di negoziazione e sperimentato metodi per aiutare i miei clienti a comunicare meglio.
Ogni errore, ogni momento di imbarazzo, ogni intuizione mi ha insegnato qualcosa.
Dagli errori imparo di conseguenza. Insegnando, imparo intenzionalmente.
Quindi, se vuoi davvero capire la grammatica — o qualsiasi altra cosa — prova a spiegarla a qualcun altro, con le tue parole.
Perché quando riesci a insegnarla, l’hai davvero capita.
Vuoi ballare? Allora, vai pure… fammi felice.
P.S. Era un invito a commentare. Non farmelo ripetere. :)


